Vincent Nicholas Crowe

Vinnie Woolston

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    Nas ex viras sequite sanguinem
    Vincent Nicholas Crowe

    Dio, perdonami perché ho peccato - tremando, Amelia sussurrò quelle ultime parole quasi con l'intenzione di non farsi sentire, poi piangendo baciò sulla fronte il bambino che reggeva tra le braccia. Lo guardò con tutta la compassione del mondo, dritto in quegli occhi ancora innocenti, poi lo lasciò sui gradini della chiesa di St. Francis, avvolto in una calda coperta, bussò all’enorme porta e si voltò per scendere in fretta gli scalini e andare via prima che qualcuno arrivasse. Non riuscì a compiere un passo in più, davanti a lei Adrian la stava aspettando, dopo essersi goduto l'intero spettacolo. Tolse le mani dalle tasche del cappotto che indossava - Che stai facendo, Amelia, amore mio? - Le chiese, bloccandole il passaggio repentinamente. Il suo tono non fu realmente confuso quanto sarcastico, fu una domanda retorica la sua, sapeva esattamente cosa stesse facendo, oltretutto ne era stato spettatore. Dopo una breve pausa, compì qualche passo verso di lei e quando le fu abbastanza vicino le prese il viso tra le mani, lei cominciò a piangere sul serio - Ti prego… Adrian - lui la guardò negli occhi, le asciugò le lacrime con i pollici, poi la strinse in un abbraccio - Mi dispiace - le rispose, il pianto della donna si fece più sentito. Nec tenebrae nec memorias omnes delere. Pronunciando quelle semplici parole sottovoce, le cancellò l'intera memoria che aveva del suo bambino, della loro storia d'amore, ma lo fece trattenendo la rabbia a denti stretti, le lacrime e la sua testa in una mano, tra i lunghi capelli neri, poi la sorresse nel momento in cui ella perse i sensi. Una suora del convento uscì dall'ingresso principale, avendo sentito il rintocco alla porta, e nel momento in cui lo vide trattenne un urlo - Oh signore! - disse spaventata, accovacciandosi per prendere il bambino dal suolo freddo. Adrian la guardò sinistro - Non… osare… toccarlo - lo guardò senza muoversi, quasi tremando, lui posò il corpo di Amelia a terra e salì ancora tre gradini - Torna all’inferno! - gli urlò contro la giovane suora - è esattamente quello che ho intenzione di fare, cara, ma se permetti vorrei portare mio figlio con me - le rispose con tono sarcastico, la donna non si oppose, gli lasciò prendere quel bambino, consapevole di non poter fare molto. Scappò in chiesa spaventata ma sicura che lui non sarebbe potuto entrare. Adrian prese il bambino reggendolo in un braccio, raccolse il corpo di Amelia con l’altro, poi scomparve nel nulla, nel buio di quella notte gelida.
    Adrian aveva incontrato Amelia al cabaret des arts noirs al centro di Parigi, intorno al 1900; lui si divertiva a passare di luogo in luogo a guardare come finti pagani si dilettavano a insegnare magia in cambio di vile denaro, in modo errato, ma spesso si stupiva perché erano vere streghe ad iniziarli e non c'era niente di male, anzi, era un modo innovativo di portare nuovi figli al cospetto di Satana. Lei si trovava lì con delle amiche solo per gioco, tra le nuove tendenze, oltre alle lotte femministe, per cui Amelia era famosa, andava anche l'esoterismo, insieme a molte altre arti. Adrian la sedusse in poco tempo benché lei provò a farsi desiderare, non credeva di innamorarsene, sapeva bene fosse proibito eppure non poté evitarlo, ma il sommo sacerdote, di cui lui era amico intimo, approvò quell'unione soprattutto perché Amelia, totalmente attratta da quel nuovo mondo non solo chiese di entrarne a far parte ma promise un figlio della notte all'oscuro signore. Il motivo per cui Adrian dovette compiere quel gesto, fu perché prima ancora che suo figlio nascesse la sua anima era già stata promessa al diavolo e quella promessa non poteva essere infranta in alcun modo, il suo destino era segnato, Amelia lo sapeva bene, aveva cambiato idea durante gli ultimi mesi della gravidanza, senza alcun motivo palese agli occhi di suo marito. Amelia dimenticò tutto quello che era accaduto tra loro, credette semplicemente di aver portato a termine gli studi, cosa che era avvenuta davvero in quel periodo, ma nella sua vita scomparve il ricordo di essere diventata madre, di aver avuto quel grande amore, tornò a vivere dai suoi genitori in provenza e la sua vita cambiò radicalmente, presto conobbe un altro uomo, si creò una nuova vita e scrisse dei libri, ebbe anche dei figli. Adrian soffrì molto invece, andò a vivere da tutt'altra parte per evitare che le loro vite si incrociassero e per poter crescere quel bambino - unica prova dell'esistenza del loro amore - tornando sui suoi passi. Ci vollero mesi prima che riuscì anche solo a prendere suo figlio tra le braccia, nel frattempo lo affidò ad Artemisia, una sacerdotessa della notte, amica fidata con la quale aveva condiviso molto in passato, nel corso di quel secolo e di quello precedente, e che Vincent ha sempre considerato una madre, benchè abbia avuto anche una relazione con lei.
    Vincent non ha mai saputo chi fosse sua madre, non ne ha mai visto una fotografia o toccato un ricordo, Amelia non venne mai nominata fino ai suoi tredici anni, il giorno del suo battesimo per entrare nella cerchia dei notturni, adepti di Mefisto, ai quali vengono affidati dei poteri in cambio della devozione totale nei confronti di quest'ultimo qualora questi lo richieda. Lesse il nome di sua madre sul libro che avrebbe dovuto firmare con il sangue ma non proferì parola, portò a termine il suo compito quella notte.


    Praenomen - Vincent Nicholas
    Aetates - 117, nato fuit in 1930
    Propensionis - Discipulus Satane
    Agnomen - Devorator animis
    Generalmente il battesimo di un figlio della notte avviene intorno al suo sedicesimo compleanno, ma Vincent era un bambino speciale e aveva già acquisito dei poteri: riusciva a riconoscere e localizzare una strega già dalla tenera età di sette anni, senza pronunciare un incantesimo in particolare, le sognava ad occhi aperti e diceva di avere già incontrato l'oscuro signore, questi gli aveva affidato quel dono per una giusta causa che non aveva voluto rivelargli. Anche per capire la natura di quell'evento, il sommo sacerdote e suo padre ritennero fosse consono cessare quell'inutile attesa e passare direttamente al sacramento, tanto era il volere del vero dio, presuntuosi della loro capacità di crescere un figlio della notte, Artemisia in quanto sacerdotessa, e quindi oracolo, ebbe un oscuro presagio ma nessuno le credette realmente. Naturalmente si sbagliavano, perchè Vincent non era un comune adepto e se l'unico vero Dio gli aveva affidato quei poteri l'aveva fatto per un valido motivo e avrebbe sicuramente impedito qualsiasi complicazione. Pochi mesi dopo cominciò a studiare all'accademia delle arti oscure, principalmente per gestire i suoi poteri, poi per acquisire conoscenza sull'arte della divinazione, apprendeva in fretta qualsiasi conoscenza, impressionando gli insegnanti che non misero mai in discussione i fatti. Nel frattempo Adrian non c'era mai, non avendo smesso di viaggiare per il mondo, e Vincent cresceva in assenza di una figura autoritaria, diventando sempre più ingestibile, sia come qualsiasi adolescente, vivendo in maniera eccentrica, partecipando agli eventi storici di quegli anni, alle rivoluzioni culturali, e godendosi sopratutto la guerra, sia come warlock, avvicinandosi vorace alla magia nera. Artemisia assecondava ogni suo atteggiamento, incuriosita da quella sua fame di conoscenza e apprendimento, prendendo spesso parte ai suoi rituali di gruppo, che comprendevano naturalmente anche omicidi e orge, e diventando anche la sua amante per un breve periodo, e infatti fu proprio lei l'evento scatenante.
    A diciannove anni Vincent cominciò ad avere degli strani incubi, e di notte si svegliava tormentandosi perché l'oscuro signore gli era apparso in sogno, gli aveva affidato un compito preciso, ma l'aveva fatto con un messaggio in una lingua incomprensibile - Suut ile rutiuqol da sov. Ilif muem, cnun ahtafhpe muem nemun, ecifretni. - e lui doveva capire come accontentarlo, voleva farlo a tutti i costi. Andò incontro a una specie di ritiro spirituale, durante il quale però non si privò dei soliti eccessi, si procurò tutti i libri del mondo che potessero aiutarlo, i testi sacri di qualsiasi lingua antica e di qualsiasi testamento, invocò chiunque ritenesse opportuno, incrementando l'uso della magia nera, immemore dell'ordine naturale delle cose, e finalmente arrivò al capo del filo di Arianna. La frase pronunciata da Mefisto era un misto di latino e aramaico antico, pronunciati al contrario: Tuus elì loquitur ad vos. Fili meum, nunc ephphatha meum numen, interfice.. Avveniva tutto in un teatro, un cabaret, a lui ignaro quel luogo; Vincent era seduto tra il pubblico in ombra e osservava una donna bellissima salire sul palco, scelta tra gli spettatori, per assistere un illusionista nel classico gioco di magia della scatola a scomparsa. Improvvisamente tutti sparivano, dopo qualche secondo lui si alzava e saliva sul palco per entrare nella scatola e, una volta chiusa, si ritrovava in un luogo mistico, una delle viscere dell'inferno, la stessa descritta da Dante nel canto trentaquattresimo. Alcune donne accovacciate verso di lui sussurravano i nomi di Caino e Giuda ripetutamente, due possenti uomini, Bruto e Cassio, erano in piedi al fianco di un trono di pietra e improvvisamente percepiva la presenza del diavolo alle sue spalle: Figlio mio, è il tuo dio che ti parla. Ora apriti alla mia volontà, uccidile. - gli sussurava, mentre la cantilena delle sacerdotesse diventava sempre più intensa, ritmica, fino a svegliarlo di soprassalto. Dopo averne scoperto la traduzione, comprendere il riferimento di quel messaggio non fu un compito arduo per lui. Dalla notte seguente riuscì a dormire come un cadavere, ma tornò presto a sognare quella donna al cabaret e le sacerdotesse in preghiera per Caino e Giuda, talvolta anche per altri traditori. Il tormento era diminuito ma comunque Vincent non aveva smesso di cercare risposte, accedendo a fonti proibite, come il libro dei necromanti, così in poco tempo comprese, per qualche motivo, di dover compiere un sacrificio in nome di Satana, ossia tradire come Caino, Giuda, Cassio, Bruto, ecc, la propria natura. Non doveva trattarsi di una normale offerta, doveva andare contro la sua stessa inclinazione e, data la valente femminile delle due visioni, scelse di immolare una sacerdotessa. Non dovette pianificare alcunchè, preparò la stanza dei rituali come sempre, attirò Artemisia con l'inganno ma lei era pur sempre un oracolo, quindi sapeva benissimo cosa stesse per succedere, ma credeva anche lei alla volontà del signore oscuro e quindi lo lasciò fare, devota al messaggero del suo unico re.
    Artemisia era in ginocchio, completamente nuda, lui era in piedi dietro di lei. Osservavano il pentacolo disegnato sull'enorme telo nero che ricopriva le assi di legno del pavimento. Si inginocchiò anche lui, restandole alle spalle, le baciò il collo e lei cominciò a piangere silenziosa ma senza opporre alcuna resistenza - Llith Anubis Salem Osiris Circe Llith Anubis Salem Osiris Circe Llith Anubis Salem Osiris Circe - cominciò a sussurrare, per onorare anche lei quel sacrificio in nome di tutte le sacerdotesse che avevano fatto la storia, poi Vincent le recise la gola, pronunciando il messaggio che gli aveva affidato il signore oscuro. Mentre le sue mani si sporcavano di quel sangue lui avvertì una strana sensazione, inizialmente dolorosa, lungo la spina dorsale, poi soddisfacente. Avvertì il potere scorrergli nelle vene, il fuoco delle candele intorno a loro, a lui, aumentò, la porta si spalancò e Vincent godette come mai prima di allora. Quella notte diede inizio a quella piacevolissima agonia, totalmente assorto da quella sensazione, cominciò a uccidere ma i mortali non gli davano la stessa sensazione e quindi cominciò a uccidere altre streghe.
    Il consiglio lo venne a scoprire presto, lo convocò a giudizio ma lui non si presentò, quindi la decisione del sommo sacerdote, il quale convocò Adrian prima di prenderla, informandolo dell'accaduto, fu di porre fine a tutto questo. Aveva già trucidato sette streghe, la magia nera ormai si era impossessato della sua anima, era andato oltre, aveva superato quel confine che perfino i figli della notte consideravano un limite. Lo attirarono laddove le streghe di Salem erano state giustiziate brutalmente, aiutandosi con un sortileggio e con una cavia, essendo lui totalmente attratto dai vizi carnali in maniera elevata rispetto ai comuni adepti del diavolo. La strega che entrò con lui non doveva morire, avevano lanciato un incantesimo di protezione che però non funzionò, Vincent era molto forte e resistette al dolore che provò nell'infrangere quell'incantesimo. Phasmatos ex solves, exis paunos animotos. phasmatos de conjunctos, sua facto dux male. Phasmatos Ex Solves, Exis Paunos Animotos, De Conjunctos Sua Facto. Phasmatos Devos Male. - pronunciavano tutti i presenti, tutti quelli della congrega, del consiglio, il sommo sacerdote e perfino suo padre, che prima restò a guardare, poi si aggiunse in tempo per aumentare l'energia dell'incantesimo. A lui dispiaceva, si trattava pur sempre del suo unico figlio, ma altrimenti non si poteva fare, non solo aveva commesso uno degli oltraggi più gravi che un figlio della notte può compiere, ossia uccidere un proprio simile, che già di per sé è punibile con la morte, ma era diventato pericoloso per chiunque, non aveva pietà di nessuno, prima dei mortali, poi delle streghe. Vincent cominciò a sanguinare dagli occhi, dalle orecchie, ma non si fermò e uccise quella strega, bevendone il sangue raccolto con la propria mano e guardandoli uno a uno negli occhi, trattenendo il dolore con maestria, poi cominciò anche lui a sussurrare lo stesso incantesimo, finché un'altra strega, la sposa del sommo sacerdote, non oltrepassò il confine, tra le fiamme e lo trafisse dritto al cuore, lo aiutò ad inginocchiarsi morente, mentre lui sorrise guardandola - Mi sta chiamando, lo senti? - le disse ridendo, come se stesse delirando, ma lei seppe che era vero, poi Satana gli apparve - Sia fatta la tua volontà - urlò, con le sue ultime forze, prima di morire.
    Vincent si risvegliò all'inferno, proprio nel luogo che aveva sognato, solo che sul trono stavolta c'era il signore oscuro, che si complimentò con lui per quanto bravo fosse stato nel perseguire i suo ordini. Gli rivelò dunque il significato di tutto, il motivo dei suoi poteri prematuri, delle sue capacità e di tutti quegli eventi. Amelia, sua madre, di cui lui non conosceva praticamente nulla, nonché protagonista del suo celebre sogno nel cabaret, non aveva semplicemente abbandonato quella scelta cercando di salvare le loro anime, ella era stata iniziata al cammino oscuro ma non aveva portato a termine neanche la sua promessa, oltre ad aver provato a negargli l'anima di suo figlio, era stata oltraggiosa, e Adrian non gli aveva semplicemente cancellato la memoria, ma con l'aiuto di Artemisia l'aveva protetta, nascondendola agli occhi di qualsiasi entità soprannaturale. Per questo non era mai stata nominata. Il compito di Vincent, da quel momento, fu di uccidere a sua discrezione tutte le streghe che avessero anche solo per un attimo mancato di rispetto al re indiscusso, per l'eternità, finchè non fosse riuscito a trovare sua madre, per ucciderla e portarla al suo cospetto, ma senza impegni.
    Lo fece risorgere. La prima cosa che fece fu di vendicarsi nei confronti di chi aveva osato ucciderlo, benché fosse stato un bene dopotutto, ma non di ogni presente, solo dell'unico che l'aveva deciso e di chi fermamente l'aveva assecondato, il sommo sacerdote, e non lo fece con compassione, lo guardò morire lentamente, insieme alla sua dolce sposa, sacrificandoli per una causa molto più elevata. Successivamente cominciò a uccidere le indocili di quella congrega, poi passò ad altre città. Con il passare degli anni, dei decenni, divenne un vero e proprio carnefice, non uccideva solo per accontentare la brama di potere di Mefisto, ma anche per godere di quell'energia che gli scorreva in corpo a ogni uccisione, che alimentava la sua anima che altrimenti sarebbe morta, e per acquisire i poteri di qualsiasi megera, un altro regalo da parte dell'indiscusso. Vincent divenne qualcuno da temere e di cui raccontare prima della buonanotte o alle piccole streghe ribelli quando calavano le tenebre. Il divoratore di anime, lo soprannominarono nel corso del secolo, che famelico è ancora in cerca del suo ultimo pasto.



    Edited by lunalane` - 17/2/2021, 00:23
     
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