λria YÆIV

Kailee Morgue

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    λria Y Æ IV


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    05 34 31.97, +22° 00′ 52.1″

    6,500 ± 1,600 light years

    cancer capricorn

    Extra human

    “Every one of us is, in the cosmic perspective, precious.”

    Sh2-290, o Abell 31, è un ammasso celeste situato nella nebulosa del cancro, a 6300 di anni luce dal pianeta terra e visibile da quest’ultimo dalle regioni a nord del tropico del cancro. E’ conosciuta come la costellazione meno luminosa dell'universo esplorato e questo perché coperta da uno strato gassoso molto spesso, comparso miliardi di anni fa, che non permette a tutte le radiazioni di oltrepassarlo. La nebula è composta da due sezioni, una fantasma e ormai quasi spenta, detta Crib, congelata in alcune zone a causa di un reflusso emanato da una stella di neutroni, e l'altra, dove ancora esiste la civiltà, detta Alveare, divisa in unità, sezioni e colonie. La luce emanata dalla stella sole arriva per un paio di ore al giorno, ma comunque c'è quasi sempre visibilità grazie alle tre lune che gravitano intorno a loro stesse e che fluttuano all’interno della nebula, tra le due sezioni, ancora materia di studio sicché non seguono un ciclo sistematico e mutano costantemente. Abell e’ composto da resti planetari a tratti sovrapposti e tre anelli che lo sovrastano e attraversano, che sono composti da varie polveri naturali e permettono un solido passaggio tra un posto e un altro in determinati momenti.
    La regioni sono fatte di uno strato roccioso in prevalenza rosso e viola, composto, oltre che da sabbie naturali, anche da ametista, berillio e madreperla, è bagnata da un fitto reticolo di fiumi e laghi di acqua, composti da ossigeno, idrogeno e mercurio in alcuni punti. Lo scenario è simile a uno uadi terrestre al crepuscolo, ma più futuristico e con foreste tropicali popolate dagli animali più strani - tra i tanti ve ne sono alcuni uguali a quelli terrestri, come i camaleonti e i serpenti. L'aria è composta da idrogeno e ossigeno ma la pressione atmosferica è leggermente più pesante per cui sarebbe difficile la sopravvivenza per un essere umano, come in un deserto.


    wLNl5dG

    Gli esseri coscienti che lo popolano parlano 9 lingue, tra queste sono comprese due tra quelle terrestri, l'inglese e il cinese. Hanno una forte resistenza fisica e conoscono tutte le arti marziali. Come i rettili si possono rigenerare una ferita, vivendo su un corpo stellare in costante mutamento sono capaci di adattamento polmonare e tattile, che gli permette di adattarsi sotto qualunque influenza naturale. I loro metodi di comunicazione sono prevalentemente composti da un linguaggio matematico e il loro testamento storico non viene collocato in musei, ma si trova in milioni di siti archeologici e conservata sugli stessi.
    La popolazione è culturalmente scissa in due fazioni che vivono in diversi punti geografici, non vi è legame tra le due ma costante alterazione e tutti vengono addestrati da bambini per entrare a far parte della rispettiva resistenza intersiderale. Tutto è organizzato come una visione futuristica e perfettamente funzionante. Ogni abitante ha inciso sul polso l'iniziale del loro codice (nome).
    λ


    Ik2IdY3
    Provengo da un ammasso celeste che si chiama Sh2-290 (o Abell 31) situato nella nebulosa del cancro. Discendo da una famiglia associata al governo di Abell 31. Mio padre e’ un esploratore, viene mandato in diversi luoghi nello spazio per analizzare e scoprire. Mia madre lavora per il governo ed e’ una lettrice, conosce molte più lingue di quante la nostra specie già ne parla. La mia prima madre era specializzata in analisi di corpi celesti non identificati, quando avevo sette anni ha perso la ragione e ora vive in una colonia di esilio al confine con la zona di ghiaccio. Mio fratello e’ un ingegnere aerospaziale e io... io faccio parte della resistenza, e studio/lavoro per la SETC (space exploration technologies corporation).


    Nella mia cultura tutto ruota intorno ai calcoli matematici, dalla cosa più complessa alla cosa più quotidiana. Non spendiamo troppe energie a riguardo, tutto avviene in modo naturale e semplice. L’errore di equazione e’ una cosa pressoché impossibile persino da pensare, a meno che la realtà non venga alterata di proposito, ma anche in quel caso diventerebbe perfettamente controllabile.
    Zayn, mio fratello, era immobile davanti il vetro che ci proteggeva dal monossido di carbonio notturno, un fenomeno regolare sul nostro pianeta. Vuoi uscire? - mi chiese, senza neanche voltarsi per guardarmi. Si voltò sorridendo e porgendomi la sua mano - Ti porto a vedere la pioggia di Orione - aggiunse. Tutto era terribilmente strano, forse stavo sognando. Prendemmo in prestito due maschere di disgregazione molecolare e andammo verso la unit-8, un campo isolato dal quale è possibile osservare la fine della nebulosa e dove si erge uno stabilimento per l'addestramento. Superammo alcuni tunnel per ritrovarci in una grande stanza. Somigliava a un'aula universitaria, convergeva verso il centro, ma era spaccata a metà da una spessa parete di vetro. Dall'altro lato vi erano alcune capsule con le quali facevano le esercitazioni di partenza. Potevano solo raggiungere determinate coordinate e tornavano in un lasso di tempo contenuto, non erano alimentate abbastanza.
    Sorrisi appena - So come progettarne una - dissi, indicando una di quelle capsule, mentre lui giocava con un pannello di controllo - ma non ne potrò mai usare una.. - dissi, camminando verso la stessa. Dici? - mi rispose lui, raggiungendomi e mostrandomi la strada con la mano. Entrai nella capsula da lui indicata, sorrisi, poi per un attimo pensai di oppormi ma non lo feci davvero, non ne compresi il perché, ma ebbi modo di credere per un attimo che stessi davvero sognando.
    Da quando aveva lasciato per la seconda volta la regione z-7 - la colonia in cui viviamo - che si era ritirato in uno strano silenzio. Non dormiva neanche, l’avevo visto giocare con un affare metallico a due ore differenti della notte, nella stessa identica posizione. Qualcosa stava turbando i suoi pensieri o i suoi pensieri stavano tramando contro di lui.
    Mi mi allaccio’ la cintura in vita ma non indossai l'imbracatura. Lo guardai negli occhi e il cuore comincio' a battermi forte, lui mi nascose una ciocca di capelli dietro un orecchio, come faceva sempre. Ti ricordi la nostra terza esplorazione? E L’alfabeto greco? - Mi chiese, sorridendomi. Cosa? - gli chiesi confusa. Certamente ricordavo quell'esplorazione, poco meno l'alfabeto in questione ma non compresi la ragione nelle sue parole. Avremmo dovuto scegliere la stessa corporazione.- aggiunse, in quel momento notai qualcosa nei suoi occhi, una mezza luna bianca riflessa nelle sue pupille, era la stessa che avevo visto negli occhi della mia prima madre, da bambina. Improvvisamente lui chiuse il vetro anteriore della capsula, su di esso comparve un interfaccia. Che stai facendo? - gli chiesi, spaventata, non appena cominciai ad avvertire il rumore di partenza velocemente mi infilai l'imbracatura, altrimenti sarei esplosa. Mi toccai il polso e compresi di non avere alcun bracciale di catalogazione, unico oggetto che mi avrebbe permesso di ritornare integra.
    Oel ngati kameie - mi disse, lasciandosi scappare una lacrima. Digito’ sul vetro che ci separava delle coordinate che non conoscevo. No - gli dissi, sbattendo un pugno difronte a lui, arrabbiata. Erano coordinate verso un pianeta che non avevo mai ne visto ne studiato abbastanza, ma che sapevo non avere fonti necessarie per permettermi di tornare su Abel 31, caratteristica di tutti i pianeti a una certa distanza.
    Avrei voluto chiedergli perché, ma non feci in tempo - Mandami in un posto bello - fui l’unica cosa che riuscì a dire oltre il vetro spesso di quella capsula, piangendo. Esattamente come mia madre, Zayn aveva perso la ragione. Alzai lo sguardo verso il cielo illuminato dalla pioggia di Orione e in un secondo fu tutto irriconoscibile. Chiusi gli occhi e trattenni il fiato, non avevo neanche mai fatto un’esercitazione e ora mi ritrovai lì, a provare sensazioni mai avvertite prima. Non vidi nient'altro che buio totale.
    Probabilmente non capirò mai perché nella sua follia mio fratello ha deciso di sacrificare me. Anika, la mia prima madre, fece esplodere un intero dipartimento di geoanalisi, per fortuna vuoto, perché le voci glielo avevano detto. Aveva anche lei quel riflesso negli occhi e non l'aveva mai lasciata, glie lo avevo visto anche l'ultima volta che ci eravamo viste e mi ero sempre chiesta quando le fosse rimasto impresso, in quale circostanza. Non ho alcun mezzo di comunicazione con il mio pianeta o con la mia famiglia, ma vorrei trovarne uno . Sono sola su questo pianeta e quindi non mi resta nient'altro che sopravvivere e cercare un rimedio a questo casino.





    Edited by lunalane` - 17/2/2021, 00:23
     
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0 replies since 9/2/2021, 19:44   19 views
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